giovedì 20 novembre 2008

100 sedie in 100 giorni e in 100 modi

Cosa succede quando si incrocia la sedia “Air” di Jasper Morrison con una bicicletta? Si può immaginare una poltrona “Proust” di Alessandro Mendini, sorretta dalle gambe di una normale sedia da giardino?

Dall’inizio del 2005, Martino Gamper ha iniziato ad accumulare le sedie fuori uso trovate nelle strade di Londra, a casa di amici, oppure ricevute in regalo. Dopo averle smontate, ha riassemblato i singoli componenti dando forma anuove “creature”, spesso strane, ma dall’aspetto comunque riconducibile a quello di una sedia. Il risultato di questo insolito bricolage, è una collezione di 100 sedie in 100 giorni e in 100 modi riciclate che nobilita il concetto del “fai-da-te”. Oltre a ridare nuova vita a oggetti scartati, Gamper stimola la nostra fantasia con nuove combinazioni e ci invita a indovinare tra i vari pezzi anonimi combinati tra loro, quelli davvero “d’autore”.

In 100 giorni 
Qual è l’aspettativa di vita di una sedia? Secondo le statistiche, più della metà dell’attuale produzione di sedie non resta sul mercato per più di due anni e solo dopo otto anni di successo diventa un pezzo classico, capace di durare oltre le mode. Dal conto suo, 
Gamper ritiene che ogni oggetto abbia il suo momento di gloria e che una volta che questo è passato, ogni singolo pezzo dovrebbe essere reinserito nel ciclo evolutivo. “Perché dovrei venerare un oggetto prodotto industrialmente se ne esistono ancora centinaia di copie? Tanto più che nemmeno il suo progettista vi ha mai posato le mani.” È una dichiarazione controversa, che critica radicalmente il fiorente mercato di oggetti di design e i suoi collezionisti, i quali spesso, assistendo alle performance di Gamper, restano sconvolti davanti allo smontaggio di uno dei loro miti.

In 100 modi 
Per reagire all’esigenza pressante di 
nuove invenzioni nel mercato del design contemporaneo e per evitare i suoi meccanismi di valorizzazione dei prodotti, Gamper ha scelto le gallerie d’arte come laboratorio per i suoi esperimenti: esse sono il palcoscenico per le sue performance pubbliche. Interagendo direttamente con lo spettatore, Gamper mette in scena il suo lavoro di fabbricante di mobili, dotato di un’immediatezza intuitiva basata sulle capacità tecniche e sulla conoscenza dei materiali degna di un ebanista esperto. Accade spesso che le sue performance prendano avvio da opere commissionate e alla fine si trasformino in installazioni permanenti.


Martino Gamper (Italia, 1971) designer e fabbricante di mobili 
Vive a 
Londra, Gran Bretagna. Dopo l’apprendistato in ebanisteria e studi di belle arti, scultura e design, ha aperto il Gampermartino Studio. Nel suo lavoro si concentra sugli aspetti psicosociali del progetto degli arredi e sulle loro storie. 
È autore del “
100 Chairs in 100 Days and its 100 Ways” con testi di Emily King e Deyan Sudjic (edizioni Dent-De-Leone, Gran Bretagna; dadeline@gampermartino.com). La sua prossima performance sarà dal 13 al 16 marzo alla Zürcher Hochschule der Künste (Halle, Ausstellungsstrasse 60, 8005 Zürich, Svizzera) in occasione della mostra “Wouldn’t be nice … Wishful Thinking in Art and Design” organizzata in collaborazione con il Centre d’Art Contemporain Genève.


la produzione di Martino Gamper è presentata in esclusiva per l'Italia dalla Galleria Nilufar di Milano. Per la prossima edizione del Salone del Mobile di Milano in Aprile lo spazio di via Spiga 32 ospiterà i nuovi progetti del designer inglese.

fotofotofoto


Galleria Nilufar

via Spiga 32

tel 02780193

Link correlati:
www.nilufar.com 

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